TinyDropdown Menu Born to be Wilde: luglio 2013

lunedì 1 luglio 2013

Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli

Ho sempre avuto la voglia di leggere “Altri libertini” di Pier Vittorio Tondelli, sin dai tempi della ri-edizione del 50esimo Feltrinelli. Mi ha sempre ispirato: un po’ perché racconta la generazione degli anni ’70, quella generazione di cui si racconta sottovoce, quella generazione che la voglia di vivere noi degli anni ‘80/’90 ce la sogniamo, quella generazione che non aveva paura di scendere in piazza con in testa un ideale, quella generazione che De Andrè e Battisti se li è goduti..un po’ perché rappresenta la descrizione della gioventù emiliana a cui Ligabue (mio mito) sente di appartenere. Al centro delle vicende Reggio Emilia e Correggio come luoghi di morte e rinascita intellettuale.
Vi dirò, all’inizio, con questo stile un po’ così, con queste scelte lessicali un po’ così, non riusciva a prendermi molto ma mano a mano che procedevo nella lettura mi sono affezionata a questo stile di vivere così diverso dal mio, a questi miti che io posso solo leggere su Wikipedia. E’ stato come tuffarsi nel passato di qualcun altro e rendersi conto che davvero alcuni son più fortunati degli altri perché fanno la storia e nemmeno se  ne accorgono. Mi ha ricordato per un breve momento “Noi, ragazzi dello Zoo di Berlino” per la voglia di vivere e il malessere dei ragazzi protagonisti.  Il sapore che lascia in bocca è agrodolce: non aspettatevi lieti fini né affezionatevi troppo ai personaggi.
 I racconti sono sequenze di vita degli altri e Tondelli sembra farci scorgere quello che è stato, come dal buco di una serratura, in maniera furtiva, e quindi non ci dà il permesso di rimanere lì a vedere come và a finire. Ho davvero poco da dire su questo romanzo che altri non è che una raccolta di pezzi di vita, di racconti, di gente forse davvero esistita: è per questo motivo che ho deciso di estrapolare alcuni brani e di farveli leggere cosicchè possiate decidere da voi se questo libro merita di esser letto. Detto ciò, il mio voto è un 7, ma solo perché in alcuni passaggi è davvero triste, e se siete già malinconici non ve lo consiglio. Non me ne vogliate ma, almeno questa volta, il mio compito finisce qui.  Buona lettura!

Brani tratti dal racconto “Viaggio

“E allora sembra che piano piano tutto passi, ma si sa bene che non basta dire due parole o inventare uno scherzetto o fare una rima sciocca, e che quando uno ci ha i cazzi suoi, be’ sono veramente suoi, non c’è da fare un cazzo, manco gli stoici gli epicurei o i filosofi, niente. Non si può impedire a qualcuno di farsi o disfarsi la propria vita, si tenta, si soffre, si lotta ma le persone non sono di nessuno, nel bene e nel male.”

“Caro Dilo, ti lascio che sono stato tanto bene assieme a te come mai mi era accaduto e non importa che ora ti dica quanto ti ho amato e ti amo, perché sai benissimo che non appena riguardi a quello che siamo stati, li trovi facilmente i segni del nostro amore. Sono tutti lì che dicono ciao a me che me ne vado perché proprio non ce la faccio a immaginarmi il tempo dello squagliamento e del deterioramento, con te che arriverai qui e comincerai a cancellare tutto e io non voglio che si apra la battuta di guerra, tutti e due lasciati a stracciare le belle cose che siamo stati, c’è solo tristezza quando si finisce una storia come la nostra, lasciamola dunque così, io non voglio infierire.”

Brano tratto da “Autobahn”


“Ma ci son notti o pomeriggi o albe o anco tramonti, anche questo dovete imparare, che succede il Gran Miracolo, cioè arriva su quel rullo l’odore del Mare del Nord che spazza le strade e la campagna e quando arrivi senti proprio dentro la salsedine delle burrasche e dell’oceano, e persino il rauco gridolino dei gabbiani e lo sferragliare dei docks e dei cantieri e anche il puzzo sottile delle alghe che la marea ha gettato sugli scogli, insomma ti arriva difilato lungo questo corridoio l’odore del gran mare, dei viaggi, l’odore che sento adesso come un prodigio e che sto inseguendo sulla mia ronzinante cinquecento con su gli scoramenti e dentro tanto vino e in bocca tanta voglia di gridare. Sono sulla strada amico, son partito, ho il mio odore a litri nei polmoni, ho fra i denti la salsedine aaghhh e in testa libertà.”