TinyDropdown Menu Born to be Wilde: aprile 2013

lunedì 29 aprile 2013

The Versatile Blogger Award

Che emozione! Stamattina scorrendo le mail in casella di posta, ho scoperto che  Born to be Wilde ha ricevuto il suo primo premio: The Versatile Blogger Award! 



Quale modo migliore per un risveglio perfetto? Da quando ho aperto questo piccolo spazio tutto per me (circa due mesetti fa), ho sognato di riceverne uno. So di essere agli inizi e di avere ancora mooolto da imparare ma lasciatemi festeggiare almeno oggi :) Da domani, mi metterò di nuovo sotto, con nuovi libri, nuove recensioni, nuovi generi, per accontentare un po' tutti.

I miei doverosi (e gioiosissimi) ringraziamenti vanno al blog Se una notte d'inverno un lettore: se già il titolo vi piace (e a me piace molto), vi lascio immaginare il contenuto :)
Questo award implica l'impegno da parte mia nello scrivere 10 cose che ancora non sapete di me. Allora, vediamo un po'..

1. Mi arrabbio esageratamente per un nonnulla ma poi mi passa subito.
2. Sono supermegaiper pigra e coccolona.
3. Amo le patatine fritte rigorosamente nel pacchetto, ne mangerei a tonnellate, salvo poi rotolarmi nel letto causa mal di pancia.
4. Leggo di tuttoma il mio debole segreto sono le storie romantiche e strappalacrime. Ma con stile: niente smelensaggine o autocommiserazione.
5. Il mio libro preferito è..nessuno! Ne ho talmente tanti che potrei riempirci due pagine. Forse Via col Vento è quello che di avvicina di piu'.
6. Mi piace la musica anni '60 (non accetto commenti)
7.  Adoro dipingere: dipingo soprattutto paesaggi marini. Quando ho tempo. Quando nessuno mi stressa per le macchie di tempera in giro per casa.
8. Il mio colore preferito è il verde bandiera. Non il verde pisello, non il verde acqua, non qualsiasi altra tonalitá di verde.
9. Vado pazza per la torta di mele con un chilo di cannella dentro.
10. Credo nel grande amore che viene una sola volta nella vita.

Detto questo, la tradizione dell'award mi impone il piacevole onere di attribuirlo ad altri bloggers che reputo particolarmente versatili. In teoria dovrei premiarne 15 ma dato che siamo presenti su blogspot da soli 2 mesi è praticamente impossibile seguirne cosi tanti sin da subito. Molti di quelli che seguo poi hanno giá hanno giá ricevuto svariate volte questo award e non voglio tediarli nuovamente. Facciamo che ne metto 10 e che 4 me li tengo di riserva per premiare gli amici futuri :). Cominciamo:


domenica 28 aprile 2013

Io sono leggenda di Richard Matheson

"Infine cadde il silenzio, come una coperta pesante piombata sulle loro teste. Rimasero tutti a guardare, con le facce pallide rivolte in su. Lui ricambiò i loro sguardi. E di colpo pensò: sono io quello anormale, ormai. La normalità era un concetto legato alla maggioranza, rappresentava una qualità comune di molti uomini, non di uno solo." Robert Neville

Io sono leggenda: parliamone. So di essere arrivata un tantino in ritardo rispetto al boom cinematografico ma recentemente , grazie al mio ragazzo, ho riscoperto questo romanzo e come ben sapete ci sono libri che puoi rileggere millemila volte ed emozionarti ogni volta. Purtroppo alla maggioranza delle persone al sentire questo titolo, verrà in mente il fasullissimo e americanissimo film di Will Smith.  Io non sono un'esperta di cinema ma se c'è una cosa che odio, sono le trasposizioni cinematografiche che non rispettano la trama originale del libro. ODIO.

Questo titolo (tra l'altro, fantastico tanto quanto il romanzo) lo dobbiamo al veterano della fantascienza Richard Matheson: classe 1926, ci delizia da più di 50 anni con racconti brevi spettacolari come "Nato di uomo e di donna" (che narra di una creatura deforme che viene maltrattata dai propri genitori e che trovate qui Nato di uomo e di donna di Richard Matheson -tempo di lettura: 5 min) e che ci ha regalato un romanzo davvero notevole: questo.
Difficile trovare uno scrittore di racconti che osi cimentarsi nella scrittura di prose più lunghe e con risultati più che soddisfacenti ma lui ce la fa. Ampiamente.
Prima di Twilight, prima di Lestat di Anne Rice, prima della moda del vampiro bello e dannato, acclamato da donnicciole frustrate, c'erano prima Stoker e poi Matheson con i vampiri veri.
La storia narra le vicende di Robert Neville, l'ultimo umano sopravvissuto in un mondo completamente popolato dai vampiri. Di notte, rinchiuso nella sua roccaforte, cerca soluzioni al vampirismo mentre di giorno vaga alla ricerca di compagni superstiti. La sua condizione unica, fa già di lui una leggenda.
Tranquilli, non spoilero, vi dico solo che se ne vedono delle belle.
Quello che mi è piaciuto davvero molto sono le riflessioni molto umane che Robert fa sulla propria condizione e sulla condizione dei vampiri in generale. Il protagonista sembra sempre sull'orlo di una crisi di nervi (a volte ci cade proprio dentro, povero) ma mantiene comunque il controllo e l'umanità che lo contraddistingue come ultimo baluardo della società civile. 
Tra flashback sulla vita passata e il misero presente in solitudine, non si può proprio fare a meno di partecipare ai numerosi down emotivi e ai piccoli up di Robert.
Purtroppo, di più, non posso dirvi, ma vi assicuro che gli appassionati del genere saranno ampiamente soddisfatti e che i non-appassionati come me, scopriranno una vera e propria perla nel vario e variegato mondo della fantascienza.
Come al solito, al di là dei generi, ogni cosa scritta bene merita di essere letta.
Voto: 9


giovedì 18 aprile 2013

Vita di Pi di Yann Martel

"Indipendentemente dalla ragione che accende la volontà di fuga, chi denigra gli zoo dovrebbe mettersi in testa che generalmente gli animali non scappano verso qualcosa, ma da qualcosa. (...) Gli animali che fuggono abbandonano ciò che conoscono per l'ignoto, e se c'è una cosa che gli animali odiano veramente è l'ignoto. " Pi

Innanzitutto un sincero ringraziamento a Daniela che mi ha regalato questo libro: non l'avrei mai comprato se mi fossi basata sulle varie dicerie che aleggiavano sul film di Ang Lee. Io lo dico sempre..se siete indecisi su un regalo da fare a un'amica o a un parente, con un libro andate sul sicuro (sempre che il suddetto non sia una capra analfabeta) e riceverne uno in regalo è una cosa meravigliosa perchè spesso scopri generi ai quali non ti saresti mai avvicinato.
Ho deciso di accantonare per un po' le Piccole Recensioni per Piccoli Risparmiatori perchè un romanzo breve, per quanto interessante sia, rimane pur sempre troppo breve quindi mi sono buttata a capofitto su uno dei bestseller di questo inverno, che avevo ricevuto a Natale ma che non mi ero potuta portare in Erasmus a causa della paura tremenda che ho sempre di rovinare le copertine.
Detto ciò, passiamo al libro: comincio subito a dire che amo le vicende ambientate in India, che da sempre è un paese che mi affascina con la sua cultura ma anche con la sua deliziosa cucina e sono profondamente convinta del fatto che sia uno dei paesi che ti cambiano, una volta visitato. Ho letto molti autori indiani e alcuni di questi li ho amati fortemente; tra questi c'è Vikram Seth con Il ragazzo giusto che, visto che siamo in tema, consiglio a tutti gli appassionati dell'India e delle sue tradizioni. Invece, se posso permettermi, vorrei sconsigliarvi La maga delle spezie di Chitra Banerjee Divakaruni: l'ho comprato sull'onda dell'entusiasmo ma questo s'è presto spento nella noia degli scaffali polverosi della protagonista del libro.
L'autore a discapito di tutto ciò, non è indiano ma canadese, (e su questo ci torneremo) e narra le vicende assolutamente reali di Piscine Molitor Patel detto Pi, ragazzino originario dell'India del Sud che deve il suo nome alla passione per il nuoto di un amico di famiglia, il quale durante la gioventù aveva soggiornato a Parigi e aveva provato tutte le piscine parigine decretando che le Molitor fossero decisamente il paradiso per tutti i nuotatori provetti. Le due costanti della vita del giovane sono l'amore per teologia e l'amore per il mondo animale.
Le disavventure/avventure di Pi avvengono quando il padre, in seguito alle vicende politiche dell'India degli anni '70, decide di trasferire via oceano famiglia e attività di famiglia, uno zoo, in Canada.
La nave purtroppo affonda e Pi, per una serie di fortunate circostanze, sarà l'unico sopravvissuto insieme alla tigre del Bengala, sull'unica scialuppa di salvataggio nel bel mezzo dell'oceano Pacifico. Da qui, 7 mesi di sofferenza , avventure, colpi di scena, squali, fame e soprattutto sete ma 7 mesi che tengono il lettore incollato fino all'ultima pagina del libro. 7 mesi in cui Pi scende all'Inferno ma 7 mesi in cui il ragazzo riesce sempre a trovare un barlume di serenità e speranza di fronte agli spettacoli naturalistici che gli si presentano.
Notevolissimi gli spunti sul perchè gli animali non stiano poi così male negli zoo e gli approfondimenti sulle diverse religioni su cui Pi fa affidamento.
La narrazione scivola veloce (anche troppo!) e si diventa presto partecipi della vita di Piscine.
L'unico lato un tantino fastidioso è che essendo la storia realmente accaduta, secondo mio modesto parere l'autore non fa altro che trascrivere queste meravigliose vicende. Si, sicuro ci avrà messo del suo giacchè il risultato dipende sempre in buona parte dalla forma con la quale una storia viene trascritta oltre che dall'essenza stessa di quest'ultima, ma tutto ciò ha tolto un po' di magia alla narrazione in generale.
Comunque, dopo una lettura del genere ti rimane una voglia immensa di avventura e un profumo di curry che non va via nemmeno a libro chiuso.
Voto: 8+





sabato 13 aprile 2013

Piccole recensioni per piccoli risparmiatori n°3: Lady Susan di Jane Austen

"(...) ora che Sua Signoria ha scritto, non posso formulare un giudizio finchè non avrò compreso il vero motivo della sua visita. Potete quindi immaginare, cara mamma, con quale stato d'animo aspetti il suo arrivo. Avrà certo occasione di sfoderare tutte le sue note doti di fascinazione per conquistare un po' della mia stima; ma io farò tutto il possibile per sottrarmi alla sua influenza, se non sarà sostenuta da qualcosa di più concreto" Mrs Vernon

Se c'è qualcosa che amo più del picaresco, è il romanzo epistolare: scoprire a poco a poco le vicende e gli intrecci tramite un'accurata "selezione" di lettere. E Lady Susan è uno di questi.

 C'è da dire che, per quanto riguarda questo filone, qui viene fuori tutta la morbosità del lettore, al quale sembra di spiare vere e proprie corrispondenze, rimanendo impunito.
Inoltre vogliamo mettere tutta l'intimità che caratterizza le lettere? Fenomenale e quasi godurioso.
Se non vi siete mai accostati a questo genere, ahivoi, non dovete far altro che andare nella biblioteca più vicina e accaparrarvi una copia de Le relazioni pericolose di Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos e ne rimarrete deliziati. Considero questo romanzo l'opera cardine dell'intero genere e nonostante sia stato pubblicato nel 1782, è un romanzo quanto mai attuale e divertente  che consiglio molto vivamente.
Tornando a noi, Jane Austen mi è sempre piaciuta e ho letto quasi tutti i suoi romanzi; è una di quelle autrici con cui vai sul sicuro quando entri in libreria e non sai che pesci pigliare. Con questo non sto dicendo che tutti i suoi romanzi siano capolavori, ma poco ci manca, quindi quando ho visto sugli scaffali un'opera che mancava alla mia lista di libri già letti non ho avuto alcun dubbio al momento dell'acquisto.
Veniamo ora alla piccola recensione: Lady Susan è un romanzo breve che narra le vicende della suddetta, vedova da 4 mesi appena con una figlia, Frederica,  che come una vedova nera tesse, inganna e raggira grazie ad un'invidiabile eloquenza e a un visino celestiale. Di sostanza in questo romanzo ce n'è ben poca: Lady Susan, ospite presso la famiglia Manwaring, seduce prima Mr Manwaring facendolo innamorare pazzamente di sè, provocando la disperazione della moglie e seduce poi anche lo spasimante di Miss Manwaring, un certo ricchissimo ebete di nome Sir James Martin, salvo poi cederlo a sua figlia Frederica e obbligando la stessa a un matrimonio che la sedicenne non anela minimamente. Quindi Lady Susan, per mettere a tacere i pettegolezzi va a rifugiarsi in campagna presso i cognati, i Vernon, gente semplice e buona ma che conosce le sue malefatte e che cercherà con ogni mezzo di smascherarla.
Da qui in poi è tutto un giocare a rimpiattino: lascio immaginare voi chi ne esca vincitore.
Per quanto riguarda lo stile, mi sento di dire che è impeccabile come al solito: niente fronzoli nella scrittura della Austen, uno stile asciutto ma robusto che ti porta dritto al dunque, come piace a me. I personaggi non sono mai granchè caratterizzati dal punto di vista fisico ma spesso il carattere compensa ampiamente e le psicologie femminili sono descritte con grande precisione. Mi è piaciuto molto nonostante sia davvero breve.
Voto: 8




venerdì 12 aprile 2013

Piccole recensioni per piccoli risparmiatori n°2: Il ballo di Irène Némirovsky

"<<Quindici anni, Romeo, l'età di Giulietta..>>
Il giorno dei suoi quindici anni, il mondo avrà un altro sapore.." Antoinette

Forse i più raffinati lettori ricordano la Némirovsky solo come l'autrice di Suite Francese, giacchè i nazisti hanno cercato di distruggere la maggior parte delle opere di questa autrice, nata ucraina ebrea e naturalizzata francese. 
Ammetto che avevo già sentito parlare di Suite Francese ma ignoravo totalmente questa scrittrice e men che meno avevo sentito parlare del racconto lungo Il ballo.
Ammetto anche che sia stata una piacevolissima seppur breve lettura e che adesso ho davvero voglia di cimentarmi con altre opere di quest'autrice.
Questo racconto narra dell'organizzazione di un ballo da parte una coppia di parvenus negli anni del secondo dopoguerra; questo ballo rappresenta l'entrata in società tipica della borghesia arricchita, con tutto ciò che ne consegue: persone chiassose con l'eleganza "di una cuoca" che pensano di poter comprare tutto, persino rispettabilità e stima.
Ciò che c'è di realmente interessante è il punto di vista del narratore: è la figlia Antoinette, di quindici anni, che osserva tutte le meschinità dei suoi genitori, innalzandosi a unica personalità degna del racconto. La madre, una donna molto infantile e capricciosa, in realtà, vede questa entrata in società come una sorta di debutto personale, quello stesso debutto che le era stato impedito in gioventù a causa delle sue umili origini. Dunque accade che questa privi la figlia dell'unica gioia consentitale dalla monotona vita di quindicenne sola: un quarto d'ora al ballo.
Sarà quindi Antoinette, spinta dall'ira e dalla frustrazione di venir trattata come un enfant  da tutti, a essere la silenziosa artefice della disfatta della madre.
Ciò che spicca è la caratterizzazione dei personaggi: pennellate poche, ma decise, descrivono i protagonisti in maniera impeccabile. Non c'è nessuna descrizione fisica, a parte qualche tratto peculiare che va comunque a contribuire alla caratterizzazione generale della natura del personaggio in questione.
Sicuramente comprerò Suite Francese; ve la consiglio caldamente come lettura leggera :)
Voto:7+


giovedì 11 aprile 2013

Piccole recensioni per piccoli risparmiatori n°1: Racconti del terrore di Edgar Allan Poe

"(...) Chi percorra adesso la valle,
Dalle rosse finestre vedrà
Varie forme fantastiche in moto
Al suono di melodie dissonanti;
E, come un fiume veloce di spettri
Attraverso le pallide porte
Una orribile folla si accalca
E ride, ma non sorride più."
"Il palazzo incantato", tratto da "La caduta della Casa Usher"

Buone nuove per noi lettori: la casa editrice Newton Compton ha deciso di pensare a noi poveri morti di fame! Tornano i libri di piccolo formato a soli 0,99 cents l'uno. Appena li ho visti, credevo di svenire. Sinceramente non so come selezionino le opere da mettere sul mercato ma se non altro la scelta è molto varia e ognuno potrà trovare quello che cerca. Ecco qui l'elenco totale dei libri a 0,99 cents che potrete trovare in tutti i supermercati Simply:



  • Racconti del terrore di Edgar Allan Poe
  • Lady Susan di Jane Austen
  • Il ballo di Irene Nèmirovsky
  • I sotterranei della cattedrale di Marcello Simoni
  • L'arte della guerra di Sun Tzu
  • Il tiranno di Roma di Andrea Frediani
  • Amleto di William Shakespeare
  • Il diario del vampiro di Lisa Jane Smith
  • Le notti bianche di Fedor Dostoevskij
  • L'arte di essere felici di Lucio Anneo Seneca
  • Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
  • Il sogno di Sigmund Freud
Quelli che ho depennato sono stati subitamente comprati, a parte Il grande Gatsby, che avevo già abbondantemente comprato, letto e riletto, amandolo molto e Amleto, di cui possiedo l'edizione Mondadori superfica con dorature e in carta psuedo-pergamena. Gli altri non mi ispiravano molto; gli unici che potrei pensare di comprare visto il prezzo stracciato (che manco nei miei sogni erotici più sfrenati), potrebbero essere Seneca, Freud e Sun Tzu..vedremo! Detto ciò mi sembra ovvio che vi appiopperò le recensioni, una dopo l'altra, di questi piccoli capolavori a 0,99 cents.

Cominciamo quindi con i Racconti del terrore di Poe: avevo voglia di cambiare genere e quindi perchè non buttarsi sul maestro del genere "horror"? 10 racconti inquieti, irrequieti e inquietanti aspettavano solo me. 
Vi dirò, avevo già letto alcuni suoi racconti come Il gatto nero (forse uno dei più famosi) e ne ero rimasta piacevolmente colpita, anche se non del tutto convinta: Poe infatti ha uno stile un po' ridondante per i miei gusti e ogni tanto se non mi concentro perdo il filo del discorso; è uno stile che non amo però tant'è, de gustibus..
Ciò che mi irrita maggiormente è che alcuni racconti come La Morte rossa, iniziati meravigliosamente, sembrano come incompiuti, come se mancasse la parte di vero terrore: Poe descrive minuziosamente i particolari angoscianti dell'ambientazione ma quando ci si trova al limite dell'orrore, quando uno si aspetta che accada qualcosa, che ci sia un motivo per tutto questo orrore, ecco che ti abbandona a un nuovo racconto. Perchè!? Manca quindi di un po' di azione e secondo il mio modesto parere, a volte, sembra che non ci sia nè capo nè coda tra l'incipit e la parte finale.
In ultima analisi devo ammettere però che l'obiettivo dello scrittore potrebbe essere proprio questo: lasciare nel lettore la sensazione di paura folle senza sapere da COSA derivi, poichè fondamentalmente, non c'è terrore maggiore che il non sapere per quale motivo si ha paura. L'ignoto da sempre fornisce motivi di orrore e timore.
Comunque sia, i miei racconti preferiti sono stati: "Il gatto nero" che narra la storia di un omicidio dove il gatto nero ha un ruolo inquietante e fondamentale, "La caduta di Casa Usher"  dove l'ambientazione è descritta in maniera fenomenale e Casa Usher viene dipinta in maniera splendidamente gotica e terrificante e "La sepoltura prematura" il cui titolo è abbastanza esplicativo. Sarà che sono i racconti più compiuti e per questo mi sono piaciuti giacchè non amo particolarmente le situazioni lasciate inespresse o irrisolte. Voto: 5/6
Detto ciò, che ci fate ancora qui a leggermi? Correte al Simply e arraffate quanti più classici potete :)






venerdì 5 aprile 2013

Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve di Jonas Jonasson

“Non bisogna mai fidarsi dei preti e di chi non beve acquavite, e se ti capita di incontrare un prete che non beve acquavite, meglio scappare a gambe levate.”

A parte la magistrale trilogia di Millenium e qualche brano di antologia, non avevo ancora avuto il piacere di confrontarmi seriamente con la lettura di un autore scandinavo. Non so per quale motivo ma in generale trovavo che gli autori scandinavi fossero caratterizzati da una scrittura "liscia", come si dice dalle mie parti, davvero lontana dai travagliati romanzi francesi e sudamericani che io tanto amo. In parte, non sono stata smentita ma questo lo vedremo un po' più avanti. 

Detto ciò, non potevo restistere alla tentazione di leggere uno dei casi editoriali europei dell'anno scorso: generalmente nella scelta delle mie letture, prediligo il filone picaresco/romantico, per me il non -plus ultra, quindi le mirabolanti avventure di un centenario hanno stuzzicato non poco la mia curiosità.  Il titolo del libro è abbastanza esplicativo: un vecchino scappa. E mi chiedevo "ma dove vuoi che vada? " e soprattutto "perchè?"; ma è qui che viene il bello perchè nell'immaginario collettivo i vecchini protagonisti dei libri sono sempre amabili pensionati, un po' birichini ma in  fondo del tutto innocui. 
Col cavolo! Allan è una vecchia adorabile canaglia le cui uniche costanti nella sua lunga vita son state l'acquavite e l'apoliticità. Dalla Svezia all'Indonesia, passando per Spagna, Stati Uniti, Francia, Cina, Corea del Nord e chi più ne ha più ne metta. In breve, Allan, svedese esperto di esplosivi, scappa dalla casa di riposo in cui è internato e grazie ad una narrazione divisa su due livelli (flashback e avventure attuali) scopriamo che in passato ha partecipato a tutti gli eventi chiave della storia mondiale, lasciando il lettore sbigottito e in stato di ammirazione. 
Insomma, so che è un ammirevole lavoro di fantasia  ma nella mia ignoranza storica, risulta soprattutto davvero diventente che un cittadino svedese (la Svezia, a memoria mia e di altri ignoranti come me, non è mai stata la nazione-chiave di qualche evento storico famoso) sia stato il coadiuvante di Guerre Mondiali, alleanze e via dicendo. 
L'aplomb di Allan poi, è totalmente invidiabile:  si accontenta di una vita semplice, purchè ci sia un po' di acquavite e non si parli di politica. Afferma che la politica e l'assenza di alcool, portano sempre guai: non c'è nulla che non si possa appianare quando questi due fattori non combaciano. Sicuro c'è un fondo di verità in queste parole. 
Dal punto di vista stilistico e narrativo è interessante notare come l'autore utilizzi bene o male sempre le stesse parole, il che contribuisce all'effetto comico nella descrizione delle avventure nel loro insieme ma risulta lievemente monotono. I personaggi invece, son ben caratterizzati e ognuno sembra essere plasmato dalla nevrosi di cui è affetto.
Insomma la lettura è scorrevole e abbastanza piacevole e il punto a favore è il crescendo nel quale il lettore si trova coinvolto suo malgrado:  fino a metà libro uno potrebbe tranquillamente prendere e lasciare la lettura innumerevoli volte che tanto sembra che Allan sia sempre li ad aspettarci, tranquillo e immutabile  ma da metà in poi ci si trova avvinti al gran finale e si sente la necessità di terminare la lettura.
Concludendo, penso sia un libro simpatico e piacevole ma niente di cui uno non possa privare la propria libreria d'autore.
Voto: 6+