“Da quella mattina in poi, ci sarebbe stato sempre qualcos’altro,
perché i suicidi si ammazzano, ma non muoiono mai del tutto. Sopravvivono nella
coscienza di chi sopravvive a loro, e il loro amore è implacabile, capace di
avere la meglio sul tempo e sullo spazio, così potente da resuscitare le colpe
dimenticate, la sofferenza attutita, gli errori che sembravano decaduti. Da
quando Marcos è morto, io ho vent’anni tutti i giorni, almeno in un momento di
tutti i giorni. Da quando Marcos è morto, tutti i giorni apro la cartella, tiro
fuori i disegni, li guardo, li tocco e mi affliggo. Da quando Marcos è morto,
tutti i giorni capisco che il resto della mia vita è passato invano, che non mi
è più successo niente, che non ho saputo fare bene niente senza di loro. Questa
è stata la sua eredità, forse la sua vendetta.” Maria Josè
Ci sono volte, lo ammetto, che contrariamente alle mie
abitudini, decido di optare per romanzi brevi. Non so perché, ma il weekend
passato è stato così: mi sentivo pigra e poco volenterosa. Avevo (ed ho tutt’ora)
Il Corsaro nero di Salgari a metà, ma le storie di pirati non erano quello che
in quel momento stavo cercando..volevo un po’ di sentimenti veri, una storia d’amore
di quelle che fanno commuovere, non la banalità degli ultimi romanzetti
pseudo-fantasy. Cercando sul web ho letto la suddetta citazione e ho cercato di
capire a quale romanzo appartenesse: Troppo amore di Almudena Grandes. Ora, già
un titolo così, per noi donnine che ci sentiamo sempre in credito d’amore col
genere maschile, è un bell’inizio. Così ho visto quante pagine contasse il
libro (99, per la cronaca) e mi sono decisa a leggerlo. Ho scaricato l’ebook in
questione e il famosissimo Le età di Lulù (che ho accantonato) e devo dirvi che
mi è piaciuto davvero tanto.
Comincio dallo stile dell’autrice perché la trama si merita
un finale adeguato e ponderato: cominciamo dicendo che penso che come i sudamericani o gli ispanici,
nessuno riesca a narrare la vera passione amorosa, quella che ti travolge e
stravolge. Francesi, inglesi, americani e italiani, potete inchinarvi: come
loro non ce n’è. Ogni volta che leggo un romanzo spagnolo o sudamericano che
parli d’amore o in generale di una passione, non riesco a non lasciarmi
coinvolgere durante il tragitto. È più forte di me. Per quanto riguarda le peculiarità dell’autrice,
devo dire che ha uno stile che apprezzo: va dritto al sodo, ci sono qua e là
pennellate poetiche che stanno al loro posto (e lo vedi che ci stanno
particolarmente a loro agio) e tutto è perfetto. Come quei quadri di Monet. Superbo.
Nella sua concentrazione da romanzo breve, non manca nulla:
dalla crescita personale, alla storia d’amore, ai colpi di scena, alla
contestualizzazione delle vicende nel periodo storico..una sorta di puntinismo
letterario che dà una visione d’insieme eccellente.
Questo mini-romanzo è ambientato nella Madrid esaltata e
provocatoria degli anni ’80: Maria Josè ha vent’anni e viene ammessa all’Accademia
di Belle Arti. Qui conosce una coppia di amici: Jaime, un ragazzo di Valencia,
basso, scuro e tarchiato, con mani tozze come quelle di un muratore ma capace
di disegnare angeli e Marcos, alto, biondo
bello come un dio e sempre perso nei suoi pensieri. Josè non sa che da li a
poco comincerà il periodo più intenso, artisticamente e sentimentalmente
parlando, della sua vita: in tre scopriranno il piacere, supereranno blocchi
emotivi, proveranno l’ebbrezza della sfida alle convenzioni. In tre scopriranno
cosa significhi avere legami inscindibili. Tre, dicono sia il numero perfetto.
Forse è vero, forse no. Sappiamo solo che d’amore si può morire dentro e forse
anche un po’ fuori e che questo legame eccessivo, per loro risulterà
drammatico. Come si fa a continuare a vivere quando si ha avuto tutto e ci si
ritrova con niente? Troppo amore, afferma la Grandes. Che poi, l’amore può
essere mai troppo?
Voto: 8 1/2
Vi lascio con una citazione di Benigni che mi ha fatto
sorridere e che tutt’ora mi fa pensare: “Troppo è sempre sbagliato, anche in amore. Quanti errori vengono fatti
per troppo amore? Non esiste il “troppo amore”, l’amore è come la morte: o sei innamorato
o non sei innamorato, o sei morto o non sei morto. Non si dice “è troppo
morto”… no, non è “troppo morto” Uno è morto o non è morto, l’amore e la morte
sono uguali.”
Questo ce l'ho in libreria (mia madre o mia sorella, boh!)
RispondiEliminaChissà, magari potrei leggerlo^^
Moz-
É talmente breve che si legge in un soffio..e comunque qualcosa ti lascia. Secondo me ne vale la pena :)
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