TinyDropdown Menu Born to be Wilde: #1 Le Boudoir: intervista a Nicolò Modica, artista di strada, in arte METROMAN

venerdì 17 maggio 2013

#1 Le Boudoir: intervista a Nicolò Modica, artista di strada, in arte METROMAN

Intervista a Nicolò Modica, 32 anni, artista di strada che si definisce “da oltre 5 anni l’unico e vero cantante della metropolitana di Milano: METROMAN”


All’anagrafe e forse anche per voi, Nicolò Modica.. per i milanesi che ogni giorno prendono la metropolitana, Metroman. Da 5 anni il palco che si è scelto questo “performer” per guadagnarsi la pagnotta è forse peggio e più spocchioso di quello de La Scala: la metropolitana di Milano. Lo vedi entrare verso ora di cena in metro, con il suo amplificatore e il suo microfono e sai già che, nel bene e nel male, darà spettacolo. Mi è capitato spesso di incontrarlo e,  tra un successo di Baglioni e un classico come Eye of the tiger dei Survivor, con frasi come “Tutti insieme! Anche i peruviani!” o “Dai che mo’ mi arrestano!” o ancora “Sulla gialla mi è venuta meglio” spesso un sorriso scappa anche ai più restii. Un modo di lavorare che esprime tutta la sua filosofia sulla vita in generale. Leggiamola insieme.


Quale modo migliore per inaugurare una rubrica sulle personalità emergenti se non un’intervista all'artista eternamente emergente ma che per sua stessa definizione “non emerge mai”? Benvenuto Nicolò, grazie per aver accettato quest’intervista. E’ un piacere averti ospite nel nostro minuscolo spazio dedicato agli emergenti. La curiosità è talmente densa per questa nostra prima intervista, qui a Le Boudoir, che si taglia con il coltello. Cominciamo!


1.       Quando hai capito che non avresti avuto un lavoro normale? Perché la scelta di lavorare  per le strade?
A quei tempi vivevo a Torino: ero disoccupato, lavoravo in un magazzino e la paga era bassa quindi ho preso coraggio e ho cominciato a cantare sulla metropolitana. Senza coraggio non vai da nessuna parte..puoi avere tutto il talento che vuoi ma senza coraggio è inutile. Non combinerai mai niente.


2.       Da dove ti è venuta l’idea di cantare in metro?
Avevo visto spesso i rumeni fare questo tipo di performance e ho deciso di batterli sul loro stesso campo: per il pubblico milanese è meglio l’italiano, non c’è competizione. Ti vedono come un simbolo, sei uno di loro ed  è la forza della normalità che esce da tutti gli schemi. Questo piace!


3.       Hai cantato solo a Milano o hai girato prima di deciderti a rimanere qui?
No, ho girato molto, sia Italia con Roma, Torino etc sia Europa..sono stato a Berlino, Parigi, Madrid.. me la sono goduta, diciamo.


4.       Quindi secondo te quindi chiunque potrebbe svegliarsi un giorno e dire “voglio essere il nuovo Metroman”?
No, non sto dicendo questo. Io penso fermamente che dietro a ogni idea come quella di Metroman debba esserci una cultura. Mi spiego: lì da qualche parte, ognuno di noi è consapevole delle proprie capacità e dei propri limiti. Io mi sono sempre sentito un’artista e cantando in metropolitana, ho trovato la mia arte.


5.       Cosa ti piace del tuo lavoro?
Il contatto con la gente, sicuramente. Amo le persone, amo stare  tra le masse. Uno ha paura di ciò che non conosce ma io mi considero uno psicologo, ho avuto un buon maestro in questo, e sicuro io capisco il pubblico. Metroman è un simbolo del popolo, l’artista che cerca di emergere ma non emerge mai. Ma a me va bene così.


6.       Raccontaci la tua giornata tipo!
Allora..sveglia alle 8.30/9.00, solite cose..lavoro 4 ore al giorno, dalle 18.00 alle 21.00. Non al mattino o verso ora di pranzo, semplicemente perché ci sono solo anziani verso quell’ora. Non ho una paga media giornaliera..a giorni va bene, a giorni un po’ meno. (sull’articolo di Vanity Fair afferma di guadagnare mediamente sui 100/110 euro al giorno nda)


7.       Hai mai pensato di mollare tutto?
E per fare cosa? So fare solo questo, ormai è tardi per fare altre cose..e poi mi piace molto il mio lavoro.


8.       Quali sono attualmente i tuoi progetti?
Ultimamente mi hanno proposto un film su Metroman. Mi sento molto come Billy Elliott quando si allena e si sforza per raggiungere la perfezione. Sono molto contento perché in realtà mi sono sempre sentito più attore che cantante, e le persone che mi seguono in metro lo ammetteranno: sono più un performer che un talentuoso del gorgheggio. Sono un interprete.


9.       Che consigli ti senti di dare ai giovani che vogliono seguire le tue orme?
Guarda, il consiglio che posso dare ai ragazzi è quello di scendere in città e fare la propria arte: fate qualsiasi cosa ma lavorate divertendovi. E’ fondamentale! Non fate mai quello che fanno gli altri, andate sempre controcorrente.


10.   Come sai, questo è un  blog letterario e quindi dobbiamo fare la domanda di rito a tutti i nostri intervistati: libro preferito e perché?
Il mio libro preferito è Se questo è un uomo di Primo Levi. Perché? Ha semplicemente una storia molto bella.


11.   Siamo giunti al termine della nostra prima avventura in campo di interviste: ci saluti con un tuo motto o con una frase che riassuma la tua filosofia di vita?
Andare sempre controcorrente: tanti nemici ma anche tanti amici. Un saluto ai lettori di Born to be Wilde.


E con questo è tutto. Vi lascio con uno dei grandi classici del nostro Metroman:



2 commenti:

  1. mi sono unita al tuo blog.Anch'io ne ho uno se vuoi passare mi farebbe molto piacere:
    http://libricheamore.blogspot.it/

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