TinyDropdown Menu Born to be Wilde: Troppo amore di Almudena Grandes

giovedì 13 giugno 2013

Troppo amore di Almudena Grandes

“Da quella mattina in poi, ci sarebbe stato sempre qualcos’altro, perché i suicidi si ammazzano, ma non muoiono mai del tutto. Sopravvivono nella coscienza di chi sopravvive a loro, e il loro amore è implacabile, capace di avere la meglio sul tempo e sullo spazio, così potente da resuscitare le colpe dimenticate, la sofferenza attutita, gli errori che sembravano decaduti. Da quando Marcos è morto, io ho vent’anni tutti i giorni, almeno in un momento di tutti i giorni. Da quando Marcos è morto, tutti i giorni apro la cartella, tiro fuori i disegni, li guardo, li tocco e mi affliggo. Da quando Marcos è morto, tutti i giorni capisco che il resto della mia vita è passato invano, che non mi è più successo niente, che non ho saputo fare bene niente senza di loro. Questa è stata la sua eredità, forse la sua vendetta.” Maria Josè

Ci sono volte, lo ammetto, che contrariamente alle mie abitudini, decido di optare per romanzi brevi. Non so perché, ma il weekend passato è stato così: mi sentivo pigra e poco volenterosa. Avevo (ed ho tutt’ora) Il Corsaro nero di Salgari a metà, ma le storie di pirati non erano quello che in quel momento stavo cercando..volevo un po’ di sentimenti veri, una storia d’amore di quelle che fanno commuovere, non la banalità degli ultimi romanzetti pseudo-fantasy. Cercando sul web ho letto la suddetta citazione e ho cercato di capire a quale romanzo appartenesse: Troppo amore di Almudena Grandes. Ora, già un titolo così, per noi donnine che ci sentiamo sempre in credito d’amore col genere maschile, è un bell’inizio. Così ho visto quante pagine contasse il libro (99, per la cronaca) e mi sono decisa a leggerlo. Ho scaricato l’ebook in questione e il famosissimo Le età di Lulù (che ho accantonato) e devo dirvi che mi è piaciuto davvero tanto.
Comincio dallo stile dell’autrice perché la trama si merita un finale adeguato e ponderato: cominciamo dicendo che  penso che come i sudamericani o gli ispanici, nessuno riesca a narrare la vera passione amorosa, quella che ti travolge e stravolge. Francesi, inglesi, americani e italiani, potete inchinarvi: come loro non ce n’è. Ogni volta che leggo un romanzo spagnolo o sudamericano che parli d’amore o in generale di una passione, non riesco a non lasciarmi coinvolgere durante il tragitto. È più forte di me.  Per quanto riguarda le peculiarità dell’autrice, devo dire che ha uno stile che apprezzo: va dritto al sodo, ci sono qua e là pennellate poetiche che stanno al loro posto (e lo vedi che ci stanno particolarmente a loro agio) e tutto è perfetto. Come quei quadri di Monet. Superbo.
Nella sua concentrazione da romanzo breve, non manca nulla: dalla crescita personale, alla storia d’amore, ai colpi di scena, alla contestualizzazione delle vicende nel periodo storico..una sorta di puntinismo letterario che dà una visione d’insieme eccellente.
Questo mini-romanzo è ambientato nella Madrid esaltata e provocatoria degli anni ’80: Maria Josè ha vent’anni e viene ammessa all’Accademia di Belle Arti. Qui conosce una coppia di amici: Jaime, un ragazzo di Valencia, basso, scuro e tarchiato, con mani tozze come quelle di un muratore ma capace di disegnare angeli e  Marcos, alto, biondo bello come un dio e sempre perso nei suoi pensieri. Josè non sa che da li a poco comincerà il periodo più intenso, artisticamente e sentimentalmente parlando, della sua vita: in tre scopriranno il piacere, supereranno blocchi emotivi, proveranno l’ebbrezza della sfida alle convenzioni. In tre scopriranno cosa significhi avere legami inscindibili. Tre, dicono sia il numero perfetto. Forse è vero, forse no. Sappiamo solo che d’amore si può morire dentro e forse anche un po’ fuori e che questo legame eccessivo, per loro risulterà drammatico. Come si fa a continuare a vivere quando si ha avuto tutto e ci si ritrova con niente? Troppo amore, afferma la Grandes. Che poi, l’amore può essere mai troppo?
Voto: 8 1/2


Vi lascio con una citazione di Benigni che mi ha fatto sorridere e che tutt’ora mi fa pensare: Troppo è sempre sbagliato, anche in amore. Quanti errori vengono fatti per troppo amore? Non esiste il “troppo amore”, l’amore è come la morte: o sei innamorato o non sei innamorato, o sei morto o non sei morto. Non si dice “è troppo morto”… no, non è “troppo morto” Uno è morto o non è morto, l’amore e la morte sono uguali.





2 commenti:

  1. Questo ce l'ho in libreria (mia madre o mia sorella, boh!)

    Chissà, magari potrei leggerlo^^

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. É talmente breve che si legge in un soffio..e comunque qualcosa ti lascia. Secondo me ne vale la pena :)

      Elimina